Diversi anni fa lessi un articolo su The Lancet, una rivista scientifica fra le migliori al mondo: veniva presentato il caso di una paziente affetta da Ittiosi, una patologia caratterizzata da un difetto della corneificazione, ossia del processo di formazione e distacco delle cellule dello strato corneo. La stessa paziente veniva trattata esclusivamente con un’emulsione topica – acqua in olio – di N-ACETILCISTEINA, un derivato
N-acetilato dell’amminoacido cisteina, impiegato in medicina come fluidificante delle secrezioni mucose e come antidoto nelle intossicazioni da paracetamolo.

La netta evidenza di attività della sostanza veniva palesata da una foto del Prima e del Dopo, che mostrava a sinistra un tessuto desquamante con accentuato accumulo di cellule terminali, causa del difetto di cheratinizzazione caratteristico, e a destra un tessuto visibilmente idratato e ben levigato.

In quel tempo avevo dei pazienti affetti dalla medesima problematica da cui scaturiva l’Ipercheratosi tipica: quando si localizzava sulla pianta dei piedi (soprattutto sui talloni), provocava delle fessurazioni sanguinanti e dolorose che implicavano delle limitazioni alla vita sociale. Effettuai invano una ricerca, per capire se in commercio fosse presente lo stesso preparato e, non avendo trovato nulla di simile, decisi di rivolgermi ad un farmacista chiedendogli di prepararmi la formula a base di
N-ACETILCISTEINA.

La diedi ad uno dei miei pazienti, il quale la utilizzò quotidianamente per circa un mese, risolvendo del tutto la Cheratodermia plantare caratteristica. Dopo circa 2 mesi lo stesso paziente, pur avendo riscontrato un risultato clamoroso, lamentò tuttavia l’odore sgradevole della formula: quest’ultimo scaturiva dal gruppo sulfidrilico (SH), responsabile tuttavia non solo dell’odore persistente e spiacevole ma bensì anche dell’attività della sostanza.

Nel 2000 contattai la facoltà di Farmacologia di Padova, in particolar modo il Prof. Antonio Bettero che si occupava di Cosmetologia, e sviluppammo insieme una formula eccellente che, grazie a delle soluzioni neutralizzanti, non liberava più il forte odore precedente.
Questo preparato conteneva dell’UREA, ad azione Proteolitica ed Idratante, che, ad una certa concentrazione, permetteva un ingresso migliore della N-ACETILCISTEINA; in questo modo si assisteva ad una penetrazione rapida ed efficace della sostanza
attiva fino allo strato basale.

Questo preparato risale al 2003 ed è ancora fortemente stabile ed unico al mondo.”

– Dr Alessandro Calderan